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A cura di Edoardo Fusco e Filippo Milanese

Un racconto lungo ed entusiasmante quello di Serse Cosmi, una carriera ricca di esperienze e tanti colpi di scena. Dalla sua Perugia  alla Champions con l'Udinese, passando dal sole del Salento, fino alla miracolosa impresa della Serie A sfiorata per pochissimo con il Trapani. Tutto questo fa parte del bagaglio lavorativo di un uomo che di calcio ha vissuto da sempre, un uomo spesso mira di media e giornali e reso celebre dal suo capellino o dai suoi sfoghi  virali, per la sua particolare tonalità vocale. Cresciuto sulle sponde del Tevere, Serse cresce con il padre, guardiano del fiume. Di tutto ciò ha scritto in un' autobiografia,  intitolata appunto “L'uomo del fiume”. Tra le varie argomentazioni trattate nel corso della puntata il mister non nega inoltre la grande voglia di ritornare su un campo di Serie A, confermando la sua continua voglia e ricerca di nuove sfide impossibili da vincere e di forti stimoli da provare. Abbiamo dunque voluto “interrogarlo” e far tornare indietro il tempo, un po' come in un déjà-vu, facendogli ripercorrere le tappe più importanti della sua carriera. In particolare noi ragazzi di Sportzine, vista la nostra vicinanza al Lecce, abbiamo voluto  ricordare quei momenti passati in città, quel pezzo di storia indelebile con  giocatori come Muriel, Cuadrado e Vucinic (oggi quasi impensabile che abbiano potuto giocare con la squadra salentina). 

Di seguito alcune delle sue dichiarazioni sull'esperienza indimenticabile vissuta tra le sponde di Ionio e Adriatico:

È difficile perché i ricordi che mi legano al Salento, a Lecce come città, come squadra e come ambiente è veramente complicato. Al livello sportivo credo che  il momento in assoluto più emotivo sia stato a Verona , nella partita in cui retrocedemmo contro il Chievo. Lì credo che quel momento specifico mi abbia fatto capire tantissime cose, ma non capire, confermare quello che è Lecce, la sua gente e il Salento. Quell'applauso fra le lacrime di 6000 persone che ci avevano seguito nonostante quella retrocessione quasi certa della squadra. Mi hanno ripagato al livello umano quanto sotto l'aspetto emotivo, di certe amarezze che nel tuo mestiere provi. Ho avuto proprio la certezza che vale la pena fare il nostro mestiere non esclusivamente per vincere trofei, ma per condividere gioie e dolori con certa gente, quindi quella condivisione è stata una delle cose più belle della mia vita. 

Sul modello Lecce di oggi e un paragone con il suo modus operandi di allora: 

C'è una maniera di affrontare le cose che dipende dalle tue esigenze, dalla tue possibilità. Io credo che il Lecce abbia capito sempre che era impossibile competere a certi livelli se non poteva attingere a un buon settore giovanile, oppure a giocatori provenienti dall'estero. Tutto questo è ancor più difficile quando devi ”sopravvivere" in campionati ancor più difficili come quello della Serie A e in parte anche quello di Serie B in maniera dignitosa. 

Prosegue - Per fare questo bisogna avere le persone giuste o meglio: ci vuole una società con un presidente in grado di essere molto razionale e molto coerente in questo e credo che Semerararo prima e Sticchi Damiani ora, sono 2 figure diverse che con una persona che faccia da conduttore come Corvino possa far molto bene. Quindi secondo me ci vogliono un gran presidente e un direttore con tutte le figure vicino a lui, che permettano alla società di investire sul settore giovanile e su qualche giocatore straniero proveniente da campionati non eccezionali e avere il fiuto e l'abilità di trovare quei giocatori per proporli, farli crescere e un giorno poi venderli. Una parola brutta però di questo si tratta: poter frequentare la Serie A in cui la cornice di 22 mila abbonati fa la differenza. In tutto questo ci sono Presidente, direttore, allenatore e giocatori che eseguono le linee guida dettate dalla società. 

Conclude- Ripeto dicendo che tutto ciò ha un senso se lo si vive con un pubblico di 22 mila abbonati. 

La puntata completa condotta da Jacopo Francone con l'aiuto di Filippo Milanese ed Edoardo Fusco, la trovate sul profilo Instagram de “La Chilena” oppure sul canale YouTube del suddetto podcast. 

Avviso importante: la puntata è coperta da copyright, pertanto si pregano eventuali altre testate, di citare la fonte qualora dovesse essere ripresa la notizia. Si ringrazia per la collaborazione.  

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