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Nel pomeriggio di oggi è stato presentato al popolo neretino e al tifo granata, il nuovo coach del Nardò Basket, Luca Dalmonte. L’ex Fortituido Bologna si è presentato così in conferenza stampa: 

SULLA SCELTA DEL NARDÒ- 

Le sensazioni sono tante. Quando inizi una nuova avventura  è intrigante e stimolante. Ho detto già a pomeriggio che sono altamente motivato e che la chiaccherata con Renato mi ha spinto a venire. Credo che nel nostro mestiere la qualità delle persone, e Renato mi ha detto che c'è grandissima qualità nelle persone, che insieme alla passione compongono gli elementi che mi hanno spinto a venire a Nardò.

SUI CESTISTI NERETINI- 

Tra le altre motivazioni che mi hanno fatto venire quello più  importante sono i giocatori, presi individualmente e nel loro essere squadra, perché ha la possibilità di fare bene tecnicamente e dal punto di vista motivazionale. Dobbiamo ottimizzare il poco tempo a disposizione per creare subito un rapporto di empatia e che generi il sistema che voglio portare sul campo e che soprattutto cementi il rapporto tra di noi, perché aldilà degli schemi è l'uomo che determina la qualità del tecnico. 

Domanda a Nicolai sull'avvicendamento in panchina 

Noi abbiamo analizzato il momento tecnico e emotivo di un gruppo che ha avuto un andamento ondi vago e aveva bisogno di una scossa che è venuto a mancare. Non possiamo dimenticare il lavoro positivo di coach Di Carlo che ringraziamo e sarà sempre uno di noi. Però in questo momento dobbiamo guardare avanti e la scelta di Dalmonte è un ulteriore passo avanti.

Cosa ha spinto il coach Dalmonte ad accettare il progetto dal punto di vista tecnico?

 C'è stato un incontro con Nicolai e un incontro con Malaventura e la somma mi ha spinto a pensare che ci potessero essere delle possibilità. Ci sono dei capisaldi dai quali non si può prescindere: il soggetto è noi, io e l'egoismo non devono essere nel progetto, io allenatore devo essere lo scudo e colui che prende le responsabilità senza se e senza ma ed è necessario che questo modo di pensare sia dei giocatori e dello staff. Dal punto di vista tecnico cercherò di parlare singolarmente nel poco tempo a disposizione, che bisogna ottimizzare, ma farò passare dei principi di squadra mettendo delle regole e facendosi che tutti accettino le regole e il fatto che nel gruppo squadra ci sono delle colonne portanti dove il singolo deve essere a servizio di tutti, perché l'egoismo fa sbandare.

SUGLI ALLENATORI CON CUI HA LAVORATO-

 Io ho avuto la fortuna di affiancare allenatori come Messina, Pianigiani, Scariolo, Bianchini, Ascansi, Sales, Piasini e Lombardi. Ho cercato di rubare qualcosa a tutti, ma credo che rincorrere il clonare sia fuorviante, bisogna inserire quello che si prende dagli altri nel proprio modo di essere, sia tecnico che umano. Ringrazio coloro che mi hanno permesso di affiancarmi ma alla fine sono io, perché il clonare ha una scadenza.

SU SMITCH-

" Russ deve riprendere, e sarà compito mio, l'aggressività che lo ha contraddistinto e deve riprendere fiducia perché ha caratteristiche che servono alla squadra. La sua capacità di aggredire offensivamente deve essere vista in funzione della squadra. Essere aggressivo  e suonare da solista non è funzionale, mentre lo è essere aggressivo ma con una visione di squadra, perché deve essere consapevole che i compagni hanno le capacità per cui la somma della sua aggressività e della sua visione dei compagni deve essere la nostra forza. La libertà deve essere riconosciuta da parte mia, ma nel momento in cui la sua visione è  ampia e guarda tutta la squadra.

SUL LIVELLO DEL CAMPIONATO-

 Nel nostro girone il livello è altissimo, infatti risiedono le squadre più attrezzate e con più ambizioni, è un campionato bastardo dove nel bene e nel male una partita può aprire le porte del paradiso o farti sprofondare all'inferno. E una partita è spesso decisa da un possesso, quindi una palla persa, un rimbalzo in più, tutto ciò che possiamo fare, perché noi abbiamo la responsabilità di prendere un rimbalzo perché quel possesso può cambiare l'esito di una stagione. Noi dobbiamo occuparci delle cose che possiamo decidere. 

Nicolai sul fatto che l'arrivo di un allenatore così importante testimoni la prospettiva del club-

Le ambizioni non sono nascoste e questa scelta è di alto livello è una dimostrazione ed il nostro stesso progetto testimonia la volontà di crescere. È chiaro che è un campionato difficile e una stagione difficile, ci sono molte insidie. Questo è un momento di cambiamento e di ripartenza.

DALMONTE SUL VERONA, SUA EX SQUADRA E PROSSIMO AVVERSARIO- 

Quella che ho allenato io e questa sono due Verona totalmente diverse. La Verona che ho allenato io aveva seminato un progetto culminato nella promozione di Ramagli di due anni fa. Nei miei anni lì sono passati giocatori che adesso giocano in serie A, che da me sono arrivati giovani, come Udom e Visconti, o anche Ikangi e Amato, che è stato qui due anni fa. Sono stati anni bellissimi perché c'era un progetto. Verona ora ha una squadra solida, non parlo per rispetto dei loro obbiettivi ma devo riconoscere che è una squadra profonda, con due giocatori per ogni ruolo  e costruita con criterio con lunghi con una doppia dimensione e giocatori di taglia ed energia, proprio come noi. Cercheremo di mettere in in campo un piano partita e sulla sirena saremo di nuovo qua a tirare le somme. Sarà sicuramente più una reazione emotiva che tecnica, non voglio essere illusionista e dire che saremo differenti da oggi, ma quello che è necessario è un senso di responsabilità da parte di tutti. Prometto di dare il massimo, farò tanti errori ma non farò mai l'errore di non dare il massimo, perché qui le persone ci sono e sono nel posto giusto.

SUI TIFOSI-

Io credo che la squadra e io per primo non dobbiamo chiedere niente ai tifosi. Dobbiamo prima dimostrare e poi forse chiedere qualcosa, ma prima bisogna dare. Dobbiamo inseguire una vittoria ogni giorno, ed è quella di dare tutto quello che abbiamo e io credo che qui c'è la capacità di riconoscere che noi sappiamo dare tutto e ci presentiamo davanti allo specchio con la coscienza a posto ci guadagnamo il rispetto dei tifosi e di noi stessi. Le promesse non portano da nessuna parte, l'impegno si, noi dobbiamo avere rispetto per le persone che vengono, mettono i soldi andando in trasferta o pagando un biglietto e tolgono tempo ai tifosi.

Le esperienze da arrivato in corsa lo potranno aiutare?

 È una domanda corretta ma mi risulta difficile rispondere oggi. Non c'è una regola precisa per chiunque subentri, perché ognuno è differente, non c'è un comportamento uguale nelle relazioni con persone differenti. 

I PROBLEMI NEI MOMENTI DECISIVI DEL MATCH-

"La serenità data dalle certezze tecniche e individuali possono decidere i momenti decisivi. Dobbiamo vivere una esperienza, oggi stiamo parlando di teoria, ma il tempo e gli errori vissuti insieme daranno la possibilità di fare analisi migliori.

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